immgine di Marco Smacchia

La Majakovskij fever dei Menoventi

Per la compagnia emiliana Menoventi la morte e la figura di Vladimir Majakovskij devono essere quasi un’ossessione se ci ha lavorato indefessamente per più di tre anni per metterle in scena in modo suggestivo e anomalo. Il defunto odiava i pettegolezzi, che abbiamo visto a Bassano, è infatti il risultato finale di un variegato percorso che ha generato una costellazione di progetti complementari. A governare letteralmente lo spettacolo è, in scena, la Donna Fosforescente, una delle creazioni più fervide del poeta russo che ancora una volta dimostra la propria attitudine a proiettarsi nelle sue opere verso orizzonti futuri. È lei che ci guida attraverso l’intrico di prospettive e ricostruzioni intorno al suicidio del poeta, raccolte da Serena Vitale nell’omonimo romanzo che ha ispirato il progetto.
Cosa successe veramente a Mosca, il 14 aprile 1930, nella minuscola stanza di una kommunalka dove Majakovskij era da poco arrivato in compagnia della giovane e bellissima attrice Veronica Polonskaja, sua amante? Lo spettacolo ne ricostruisce ogni possibilità, mettendo
in scena certezze e supposizioni, invidie e cambi di pistola, con la presenza anche dei personaggi che accompagnarono quegli ultimi anni, come la sua musa ispiratrice Lilja Brik, i funzionari di partito e i compagni di lavoro.
Gianni Farina concepisce la messinscena, uccidendo letteralmente tutte le connotazioni naturaliste che lo spettacolo poteva possedere, attraverso continue ripetizioni, continue correzioni di prospettiva, con un uso davvero inventivo del suono e dell’immagine.
Ne viene fuori uno spettacolo di grande fascino e sperimentazione, pur nel supposto solco della tradizione, dove ogni segno teatrale è studiato nei minimi dettagli, con in scena gli ammirevoli Consuelo Battiston, Tamara Balducci, Leonardo Bianconi, Federica Garavaglia e Mauro Milone.

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