La surrealtà a domicilio di Menoventi e altri mostri
Elena Scolari |
PAC paneacquaculture |
10/10/2023
Vi sarà senz’altro capitato di vedere pubblicità di prodotti insinuarsi nei vostri profili social o sulle app dopo averne parlato: chiacchiero con un’amica di un cappotto nuovo che vorrei ed eccone di mille fogge e marche comparire sul cellulare in mezzo alle previsioni del tempo; dico al mio compagno che dovremmo cambiare divano e giù sofà tra gli orari dei treni. Il mago nascosto che tiene tantissimo a esaudire i nostri desideri non dorme mai.
Il grado successivo di veggenza se lo sono immaginati i Menoventi: Odradek è una specie di Amazon che recapita a casa qualunque cosa tramite corriere, in bellissime scatole con il logo della ditta, un occhio. La particolarità è che l’oggetto arriva prima che ti serva.
La scena (di Andrea Montesi e Gianni Farina) è un soggiorno di casa, a sinistra l’ingresso, a destra un angolo cucina, al centro un divano; i locali sono delimitati da pareti di colori saturi, accesi e un po’ fiabeschi, creano un ambiente tra Edward Hopper, David Hockney e la casa dei Simpson.
Il campanello suona, l’uomo delle consegne (Francesco Pennacchia) porta un pacco non richiesto, la padrona di casa M (Consuelo Battiston) va verso la porta per aprire, camminando urta il tavolino e fa cadere il boccale di birra, che si rompe. Il corriere le dice che può aprire il pacco e decidere se tenere il contenuto facendoselo addebitare, nel pacco c’è un boccale da birra nuovo. La cosa si ripete più volte: il campanello suona, questo provoca un cortocircuito con il televisore e il lampadario per cui M deve cambiare canale per rimettere le cose in ordine. In ordine si fa per dire, perché la suddetta lampadina parla, e non stupisce più di tanto, data la situazione che si va creando. Parla ed è pure un po’ petulante, infatti rimprovera la donna e la mette in guardia dall’uomo delle consegne Q, che senz’altro ha in mente qualcosa.
M chiacchiera al telefono con A, un’Amica virtuale che le suggerisce “Tu hai bisogno di un uomo”. Evidentemente A non è d’accordo con la lampadina.
Driiin! Riecco Q, tra i due comincia a nascere una certa confidenza e M inizia a pensare che forse… “Eh, però non mi devi entrare con le scarpe in casa. Vedi? Io ho le pantofole”. Nel pacco che Q porta, ordinato sempre da terzi, c’è proprio un paio di pantofole del numero giusto! E così l’uomo può varcare la soglia, se manca una bottiglia di vino per condividere un bicchiere arriverà, ne siamo certi. Musiche, suoni (di Andrea Gianessi), situazioni, atteggiamenti, intreccio, insinuano pensieri niente affatto rassicuranti ma non c’è morale, c’è uno smarrimento sottile di cui non si indica la soluzione. Odradek accende l’interruttore del pensiero, senza indurre interpretazioni.
I due attori sono molto misurati, Pennacchia ha un che di sovrannaturale, tanto casalingo quanto alieno, Consuelo Battiston indossa un abito che – seppur bianco – ricorda quello di Alice nel paese delle meraviglie (costumi curati da lei con Elisa Alberghi), la ripetitività dei suoi gesti la rende precisamente irreale anche se qua e là perde quel senso di distanza da sé e un pizzico di frenesia nei movimenti la rende troppo realistica.
Odradek è pieno di piccoli trucchi che sorprendono, di piccoli fatti che non si spiegano, come in fondo non si spiega il grande fatto della vita. Se per una merce indesiderata si può ‘fare il reso’ (se si ha una penna, scena esilarante che non riveliamo), così non è per quello che di spiacevole ci accade, incontri compresi.
Lo spettacolo di Menoventi tocca di striscio alcuni grandi temi: il consumismo, il bisogno indotto, l’occhio del grande fratello, la messa in dubbio del libero arbitrio, il prevalere delle macchine sull’uomo, la meccanicità che impoverisce l’esistenza. Ma, vivaddìo, non alza mai il ditino, non vuole spiegare alcunché, soltanto butta degli ami allo spettatore con una ironia acuta. I Menoventi indicano i punti, sta a noi unirli.