Beatrice Buzi

Menoventi e l’imperativo dell’ascolto

tratto da Teatri in Fèsta a Ravenna

Ilenia Carrone | 

doppiozero | 

17/12/2015

Il gruppo Menoventi ha invece presentato Ascoltate!, spettacolo commissionato all’interno della rassegna romana Teatri di Vetro. Alla compagnia era stato chiesto di interrogarsi sulla città di Roma. Gianni Farina e Consuelo Battiston sono partiti dalla scelta di una componente fondamentale della metropoli e si sono concentrati sui turisti, massa informe e multiforme, critica e acritica allo stesso tempo. Per circa due mesi centinaia di turisti in vacanza a Roma sono stati intervistati o sottoposti a questionario scritto. È una voce fuori campo (quella di Luigi Dadina del Teatro delle Albe), austera e imponente, ad aprire lo spettacolo con un “Ave Romani” e a sintetizzare il sondaggio da cui è nato Ascoltate!.

Perché sei qui? Come ti ha accolto questa città? Cosa non hai trovato a Roma? A dare voce alle risposte è stata Consuelo Battiston che timidamente entra in scena, nei panni di una turista un po’ spaesata, zainetto in spalla e maglietta su cui campeggia l’immagine di una inflazionatissima Bocca della Verità. Sarà il suo personaggio, unico in scena, ma assolutamente “uno nessuno e centomila” a dare voce a tutte quelle risposte raccolte e a quelle impressioni che a prima vista non importano a nessuno. Quelle risposte stanno scritte su cartoline retrò che l’attrice legge dall’alto di un palchetto che ha il sapore di quelle vecchie tribune che popolano il nostro immaginario da antica Roma, una sorta di podio della decisione, dell’imperativo, del comando. Una volta lette, quelle cartoline sono fatte svolazzare sulla scena, si perdono sul pavimento come foglie al vento: sono le considerazioni dei turisti sulla città, quelle considerazioni che nessun vuole ascoltare, quelle critiche che nessuno vuole fare proprie.

Funziona l’idea di affrontare Roma mettendosi nei panni dei viaggiatori, di coloro che abitano la città per pochi giorni, ma che nonostante tutto rappresentano e di continuo cambiano forma alla città. È un punto di vista inascoltato, spesso calpestato di una comunità che abita Roma, una identità multiforme, complessa ed organizzata. Menoventi si è trovata a dover ascoltare, appunto, una grande fetta di materiale umano e a doverla riorganizzare e rendere teatrale. Il progetto sonoro è affidato a Mirto Baliani che, con le sue registrazioni e i suoi ritagli di dialogo, interviene e “duetta” con l’attrice in scena. Si tratta di un progetto sonoro che si serve anche di quei riferimenti musicali di un certo tipo di cinema colossal, alla Ben Hur, che qui vengono trattati con ironia, quasi con esagerazione. Ma si serve anche di frammenti delle voci degli intervistati, delle loro tracce sonore e di registrazioni fatte in luoghi simbolici della città (tra cui San Pietro).

Ascoltate! segue un ritmo preciso e presenta una struttura molto lineare: qualche movimento in più, qualche diversivo scenico avrebbe potuto rendere questo spettacolo più ricco. Lo spettatore ha bisogno che accada qualcosa: quando l’attrice non resiste alla tentazione di cimentarsi nel fatidico “lancio della monetina” anche noi siamo sollevati, prendiamo una pausa dalle tante, tantissime frasi lette dalla Battiston in scena. La vediamo concentrarsi in questo tentativo e affannarsi nel non riuscire. Una Fontana di Trevi ricostruita in piccolo che rimanda alla ripetitività delle azioni del turisti, una certa omologazione che ha di fatto creato dei pregiudizi. La recitazione della Battiston tocca uno dei suoi punti più alti quando deve dare voce alla risposta sui tre aggettivi per descrivere la città di Roma: ritmo incalzante e velocissimo, cartoline che svolazzano all’impazzata, parole che volano, belle, brutte, offensive, di riguardo, pacate, animate. È uno dei momenti più esilaranti: un esempio perfetto di ritmo insostenibile, che arriva al parossismo ed esplode. Esplode nel finale, che corrisponderebbe all’ultima domanda del sondaggio: Roma può favorire una conversione religiosa?

È un finale su cui cala un’atmosfera “biblica”: incombe su questa città un’aria cupa, uno scenario di possibile futuro disastro (ricordiamo che le interviste e i questionari sono stati realizzati nel pieno dell’inchiesta “Mafia Capitale”). Irrompe sulla scena un computer, quello che la turista estrae dal proprio zaino, e compare nel monitor la figura dello scrittore Vittorio Giacopini, interpellato a rappresentanza dei romani. Il suo intervento prefigura una vera e propria apocalisse, disegna una città sull’orlo del collasso, appena poco prima che una sciagura (che si augura) possa distruggere la lunghissima storia di Roma. Per sempre: un oscuro augurio, una triste proiezione che colpisce lo spettatore (per certo quello non romano) e lo lascia in una situazione di turbamento. Ascoltate! idealmente diventa la prima tappa di un progetto più ampio di indagine sulle grandi città italiane a partire dalle loro comunità umane: un primo esperimento di certo riuscito e che sa incuriosire rispetto a quello che verrà.