Accessibile, plurale e perturbante
Alessandro Toppi |
Hystrio |
10/10/2020
Buona permanenza al mondo è la seconda fase di un processo di ricerca che, dopo L’incidente è chiuso del 2019, giungerà l’anno prossimo alla meta: Il defunto non amava i pettegolezzi.
Quest’ultimo titolo riprende la fonte del lavoro: il romanzo-inchiesta in cui Serena Vitale (Adelphi, 2015) accumula e riorganizza dicerie, supposizioni e tesi relative alla morte di Majakovkij, trovato steso sul pavimento della sua stanza: la testa nei pressi della porta, i piedi che urtano il muro e, sotto il capezzolo sinistro, il foro di un colpo di pistola. Opportunità di mettere alla prova e in visione come Menoventi sta plasmando la materia, Buona permanenza al mondo conferma la capacità del gruppo di rendere in assito meccanismi non-teatrali complessi.
Il risultato è dunque già molto interessante. Merito della regia di Gianni Farina; merito di attori che si mettono tutti al servizio dell’idea con rigorosa disciplina creativa.