Credi ai tuoi occhi

di Gianni Farina e Consuelo Battiston
regia Gianni Farina

con Consuelo Battiston, Federica Garavaglia, Giulia Pizzimenti, Sofia Taglioni
stilista Giovanni De Pol
scene Alessandro Panzavolta
progetto sonoro Mirto Baliani
preparatore atletico Sonia Brunelli
luci Alessandro Panzavolta e Gianni Farina
assistente alla regia Neera Pieri
organizzazione Stefania Carolina De Leo
ufficio stampa Silvia Pacciarini
scene costruite da Gioacchino Gramolini nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
produzione Emilia Romagna Teatro
grazie a Museo Carlo Zauli, TESCO Associazione, tutti i partecipanti al laboratorio IL CITTADINO MODELLO
debutto: Teatro delle passioni, Modena, 19/02/2016

Nel 1925 Otto Dix ritrasse l’enigmatica danzatrice Anita Berber, consegnando alla posterità una figura tracotante e terrorizzata allo stesso tempo, una femme fatale dal volto grottescamente truccato e ferito dal tempo.
La facciata fiera e risoluta di questa danzatrice, attrice, modella, prostituta e poetessa sembra celare una profondità opaca e furiosa.
Quando posò per Dix, Anita Berber aveva 26 anni; il dipinto ci mostra una donna sulla cinquantina. Impossibile non pensare a Dorian Gray.
Credi ai tuo occhi nasce dal desiderio di tradurre in forma scenica questo ritratto. Osservandolo immaginiamo la parabola di una donna consapevole di essere dominata dalla propria immagine. Il volto immortalato ci suggerisce il tormento di Anita nel momento in cui realizza di aver perso il potere legato al proprio fascino e al proprio look. L’innaturale sinuosità del suo corpo sembra lottare e resistere contro l’assedio cromatico operato dall’ambiente, che ha già contaminato l’abito vermiglio, i capelli la bocca. Quell’irresistibile macchina estetizzante che è il XX secolo ha colonizzato la sua esistenza.
La spiamo durante la posa, assorta. Pare intenta a pianificare una strategia che le permetta di non perdere quel potere e quel prestigio conquistati attraverso la propria forza di seduzione. La sentiamo mormorare un’idea, la sentiamo parlare di una nuova forza-lavoro, di prestigio sociale; cessare di essere moneta vivente, bene di lusso e di carne, per produrre nuovi segni, nuovi feticci, vendere nuove identità.
Assistiamo alla genesi di un nuovo Brand.

Glossario etimologico

fascino = dal gr. baskaino: ammalío, affascino - Incantesimo, malía che si credeva fatta per malefico influsso dello sguardo e di magiche parole.
feticcio = dal lat. factitium: manufatto - Artificio, sortilegio, oggetto incantato.
fata = dal. lat. fata: nome dato alle Parche, siccome regolatrici del destino e quindi affine a fatua: divinatrice. Collegato a fatum: vaticino, oracolo, predizione - Si chiamano così certe donne favolose, finte immortali e presaghe dell’avvenire, per lo più giovani, di grande potenza e di buon genio.
moda = dal lat. modus - Misura, maniera, ritmo.
prestigio = dal lat. praestigiae: giochi di prestigio, illusioni - Rendere attonito, tenere avvinto, ingannare, abbagliare gli occhi.

TRUST YOUR EYES

In 1925 Otto Dix portrayed the enigmatic dancer Anita Berber. Her figure looks arrogant but terrified at the same time, like a grotesque femme fatale with disguised face injured by the ravages of time.
The fair and determined facade of this dancer, actress, model, prostitute and poet appears to hide a opaque and furious depth.
Anita Berber was 26 years old when she modeled for Dix, but the painted woman is in her fifties.
Who wouldn't think of Dorian Gray?

Trust your eyes comes from the desire to transpose this picture into a performance.
We closely observe it and imagine the parable of a woman aware of the power of her image.
In the precise moment when she suddenly realizes to have lost her charm, Anita starts a tormented life trying to hide her personal decadence.
The unnatural shape of his body seems to struggle and resist against the chromatic siege that surronds her figure, but dress, hair and mouth have been already invaded by vermilion red.
The irresistible aesthetic machine generated by the XX century as colonized her existence.
We spy her in pose, probably planning a strategy for not to lose her seductive power.
We can nearly hear her whispering ad idea, talking about new labour force and social prestige; maybe she wants to stop being a luxury and erotic good, and start to produce new signs, fetiches, to sell new identities.
This is the genesis of a new Brand.

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