Perdersi nel labirinto al modo di Menoventi
Francesco Brusa |
La gazzetta di Modena |
19/10/2011
A voler dare un giudizio su “L’uomo della sabbia” dei Menoventi, visto la settimana scorsa a Vie, si corre il rischio di ripetere quello che già è stato detto in scena. Ma ripetere è veramente un rischio? O è semplicemente inevitabile, e, forse, pure divertente? Non saprei da dove cominciare per spiegare come abbiano origine le azioni dei personaggi. Dalla mente dell’ingenuo Nataniele? Dall’ambizione del dottor Spallanzani? O dalle incursioni demiurgiche del dottor Coppola? In realtà, non saprei da dove cominciare neanche per chiarire il modo in cui le vicende finiscono. Come ogni labirinto ben costruito, l’opera ti abbandona al dubbio. E se la fine consistesse nella mia consapevolezza di spettatore? Ciò che ho visto è solo una finzione? Ma, a quel punto, l’origine potrebbe essere tutta nella mia mente. E allora, ho visto veramente “L’uomo della sabbia”? A novembre si replica alle Passioni.